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Scuole di specializzazione per l’insegnamento: problemi e prospettive

Aldo Becciolini

Dipartimento Fisiopatologia Clinica

Sezione di Biologia Cellulare e Radiobiologia

Presidente del Corso di Laurea in Scienze Biologiche Università di Firenze

 

Il tema del Convegno “Appello contro l’impoverimento culturale e materiale dell’Italia”, è di estrema attualità e ritengo che, come Universitario cioè appartenente all’istituzione sede della produzione e diffusione della cultura in senso lato, debba intervenire sull’argomento. Negli ultimi anni l’acquisizione di nuove conoscenze in campo scientifico e soprattutto nelle Scienze della Vita ha subito un continuo e tumultuoso sviluppo. La produzione di nuovi studi avviene in tempi estremamente rapidi e le nuove scoperte appaiono sempre più settorializzate. Questo provoca nell’immediato curiosità e stupore alimentati dalle notizie divulgate tramite i media ma un altrettanto rapido disinteresse per la mancata partecipazione alla conoscenza.

Data l’importanza che rivestono nel quotidiano, le problematiche delle Scienze della Vita, invece, devono coinvolgere tutti. Infatti i singoli sono chiamati a prendere decisioni relativamente all’applicazione delle nuove conoscenze in cui l’uomo e l’ambiente sono il perno centrale.

Organismi geneticamente modificati (OGM), cellule staminali, terapia genica, fecondazione in vitro sono solo alcuni degli aspetti applicativi con cui tutti ci dobbiamo confrontare e su cui dobbiamo proporre una linea di comportamento.

Purtroppo il continuo approfondimento delle conoscenze da parte degli scienziati non è accompagnato da una contemporanea attività divulgativa che coinvolga l’interesse della popolazione. L’incomprensione genera l’allontanamento dalle problematiche e quindi un distacco progressivamente più accentuato; il cittadino non è più capace di esprimere un’opinione propria, ma solo di adottare delle “impressioni” più o meno corrette derivate da quella o da questa trasmissione dei media che in genere non brillano per competenza e correttezza.

Troppo frequentemente le notizie vengono trasferite in maniera molto approssimativa e spesso erronea dai mezzi di comunicazione suscitando entusiasmi e speranze ma anche allarmi e preoccupazioni a volte non giustificate, specialmente a livello delle discipline scientifiche in cui la trasmissione delle nuove conoscenze è meno immediata e la

continua produzione di nuovo sapere, sempre più spesso troppo specifico per i non addetti ai lavori, accentua il distacco tra la comprensione delle nuove conoscenze e la loro applicazione nella vita quotidiana.

Il Corso di Laura in Scienze Biologiche dell’Università di Firenze è da tempo impegnato in iniziative che a vari livelli contrastino l’impoverimento culturale nelle materie scientifiche di sua competenza.

Negli anni, in accordo con il Provveditorato agli Studi, ha organizzato Corsi di Aggiornamento per Insegnanti delle Scuole Medie, seminari nelle Scuole su varie tematiche scientifiche di attualità e per l’orientamento degli studenti delle Superiori come aiuto par una meditata iscrizione all’Università. Purtroppo la base di partenza è bassa perché le materie scientifiche nelle Scuole non hanno il dovuto risalto sia come ore di lezione che come disponibilità di laboratori. Vi sono anche altri problemi ad esempio che laureati in matematica e fisica, che non hanno mai affrontato discipline scientifiche al di fuori delle loro, insegnino Scienze nella 59.A. Più volte si è parlato di una separazione delle cattedre ma ancora siamo lontani dall’obiettivo.

Un’altra partecipazione attiva di rilevante importanza negli ultimi 2 anni si è avuta nei Corsi dell’Università dell’Età Libera, in collaborazione con il Comune in cui sono stati sviluppati temi quali “Le nuove frontiere della Biologia” (di 20 ore) e “ L’attività umana e le conseguenze biologiche" (10 ore); quindi , per lo meno a Firenze, l’impegno è molto sentito ed i docenti del Corso di Laurea si sono sempre messi a disposizione delle Scuole e della popolazione per iniziative culturali di notevole impegno.

Un’iniziativa a mio avviso molto positiva è rappresentata dalle Scuole di specializzazione per l‘Insegnamento Superiore recentemente istituite ma per le quali ogni anno si prospettano i venti di tempesta del MIUR con la domanda : si attiva o no?

In questo clima di incertezza andiamo avanti cercando di fare al meglio il nostro dovere.

Della SSIS mi sono occupato in varie riprese dal Comitato di Proposta  alla fase attuativa  come responsabile dell’ indirizzo di Scienze Naturali, sede di Firenze.

Parlerò brevemente della personale esperienza in questo settore ben sapendo che in altre discipline le cose possono aver avuto risultati meno brillanti. La constatazione è che se la Scuola di Specializzazione funziona, come nella sua struttura attuale, è capace di formare dei buoni insegnanti. L’articolazione in due anni con esame di ammissione non facilissimo e l’obbligo di frequenza provocano già una notevole selezione. Lezioni disciplinari sulle specifiche materie, come quelle di pedagogia, il Laboratorio di Didattica, e la didattica di laboratorio impegnano per 5 ore tutti i pomeriggi della settimana. Al mattino gli allievi vengono mandati nelle Scuole di differente tipologia affidati ai professori che funzionano da tutori e che, al termine del periodo, inviano una relazione sull’attività svolta dallo specializzando.

Il lavoro è molto impegnativo e vi è un ulteriore controllo, quadrimestrale, in occasione del quale viene verificata la capacità dello studente di impostare e svolgere una lezione nelle differenti discipline della Classe.

Un precorso iniziale di 2 settimane permette di ridurre i debiti di preparazione nelle singole materie in quanto alla Scuola per l’indirizzo di Scienze Naturali possono iscriversi oltre a Biologi e Naturalisti, Chimici, Geologi e laureati in Agraria.

Questo è come noi abbiamo organizzato la Scuola a Firenze proponendo lo schema anche alle altre sedi toscane.

Per la sua efficace articolazione è stato fondamentale l’aiuto di alcuni colleghi di differenti discipline biologico naturalistiche, fisico-matematiche, geologiche e chimiche e dei supervisori che fin dall’inizio, in condizione assolutamente paritaria, sono risultati preziosi sia in fase propositiva che di attuazione, rappresentando il legame essenziale tra il mondo universitario e la Scuola.

Questo gruppo di persone, coordinando da vari docenti, specifici per i singoli argomenti, ha dato luogo, a mio avviso, ad un prodotto ottimo riconosciuto anche dalle sedi di Siena e Pisa. Dagli Esami di Stato, abilitanti, sono usciti dei futuri professori che, anche con il contributo delle altre discipline che concorrono alla loro formazione, sono risultati in grado di proporre, preparare ed esporre delle lezioni convincenti che ritengo possano coinvolgere ed appassionare gli studenti delle scuole medie inferiori e superiori quando entreranno in servizio. D’altra parte, se vogliamo che le discipline scientifiche siano apprezzate e che i futuri cittadini abbiano conoscenza e coscienza delle problematiche delle Scienze della Vita, è necessario partire dal basso in modo che poi, l’istruzione universitaria, realizzi pienamente il suo compito. Gli allievi della SSIS, che oggi vedo presenti, potranno confermare se le mie sono speranze realizzabili o sono solo illusioni.

Il compito dei Supervisori nella SSIS è fondamentale perché a loro, grazie alla precedente esperienza nelle Scuole, è devoluto il compito di insegnare il mestiere. Attualmente, malgrado le critiche sollevate da più parti alla Scuola di Specializzazione, il prodotto ottenuto è di un livello estremamente superiore a quello precedente (supplenze) in cui l’insegnamento veniva essenzialmente dall’esperienza.e dalla eventuale vocazione.

La SSIS costa sia come tasse che come impegno per gli studenti, quindi è un nostro dovere essere efficienti. Attualmente la Scuola non ha un grosso appoggio da parte degli insegnanti, perché molti di loro non credono nella sua efficacia; quindi incontriamo difficoltà provenienti dal corpo docente che invece dovrebbe essere uno dei principali sostenitori al fine di migliorare la scuola e la preparazione dei futuri cittadini.

L’inserimento degli allievi SSIS durante il tirocinio può significare uno stimolo verso una nuova forma di insegnamento o per lo meno di aggiornamento sulle nuove tematiche.

I problemi della SSIS Toscana sono tanti sia in fase burocratica e gestionale che nei rapporti tra le varie sedi, ma sono cose veniali se rapportate al risultato ottenuto.

Gli aiuti dall’esterno devono venire per migliorare il prodotto e non per affossare l’iniziativa. Lo scopo è quello di riuscire ad interessare e coinvolgere i giovani nelle Scienze, primo passo per impedire l’impoverimento della comprensione della Scienza e delle sue applicazioni. Quindi risulta necessario l’aiuto degli attuali docenti delle Scuole e chiarezza da parte del Ministero (al posto delle continue incertezze), in modo da poter svolgere una programmazione pluriennale efficace.

Attualmente si discute se gli allievi dovranno avere la laurea triennale o quella quinquennale e soprattutto se, in contrasto con i risultati ottenuti, la SSIS è destinata a cessare di esistere. Per parte nostra, di coloro cioè che partecipano alla SSIS in qualità di docenti delle discipline scientifiche, l’impegno è molto forte sia in fase di programmazione che di esecuzione.

Sempre con l’obiettivo di evitare l’impoverimento culturale delle discipline scientifiche della cittadinanza nel suo insieme, il Corso di Laurea di Scienze Biologiche dell’Università di Firenze ha, su fase avanzata di organizzazione, un Centro didattico-sperimentale di Divulgazione Scientifica,  un Laboratorio di Scienze della Vita: Biologia Sperimentale e Tecnologie Biologiche.

Il Centro coinvolgerà, oltre all’Università, le Scuole, il mondo del lavoro e la cittadinanza per mitigare gli effetti della misconoscenza sulle problematiche della Scienza e le sue applicazioni che ho ricordato nella prima parte. Cercheremo di realizzare il Centro anche come struttura propria con Aule e Biblioteca e con produzione di materiale multimediali.

Nel Centro, studenti e cittadini potranno partecipare oltre che alle Conferenze, ai Seminari fatti da esperti di diversi settori, ad attività di laboratorio con esperimenti di semplice esecuzione ma di notevole impatto per comprendere gli argomenti trattati.  

 L’attivazione del Centro per la divulgazione didattico-sperimentale per le Scienze della Vita appare indispensabile e indilazionabile per rendere meno grave l’effetto di erronee interpretazioni e permettere quindi al cittadino di partecipare alle conoscenze e all’acquisizione  di una coscienza che lo aiuti nelle scelte che è chiamato a fare nella vita quotidiana.

Le problematiche del convegno corrispondono a preoccupazioni reali. In periodi di ristrettezze economiche per ottenere risparmi si eliminano le spese per attività che non danno risultati tangibili nell’immediato.

L’Università è stata pesantemente penalizzata in questi ultimi anni sia come personale, con la mancata sostituzione dei pensionati, che come risorse per la ricerca, sempre minori. Non si vuole comprendere come la ricerca ed il sapere siano risorse fondamentali su cui si basa il futuro sviluppo di un Paese.

Quando la conoscenza era appannaggio di pochi, in periodi oscuri, gli scienziati sono stati considerati maghi e stregoni e per impedire che questo accada di nuovo è necessario impegnarci per portare la comprensione della Scienza a portata di tutti.